LA MAFIA UCCIDE SOLO D'ESTATE ~ Ladri Di VHS

giovedì 16 gennaio 2014

LA MAFIA UCCIDE SOLO D'ESTATE


Regia: Pif
Origine:  Italia
Anno: 2013
Durata: 90'
Attori Principali: Pif, Cristiana Capotondi

Alla notizia che Pif avrebbe girato un film, il primo pensiero che ha attraversato il mio cervello è stata una frase simile a: "Ma in questo stronzo Paese è possibile che si faccia fare cinema ad uno solo perchè è diventata la celebrità del momento?". Ovviamente la risposta è sì, siamo in Italia e se Johnny Groove può diventare il protagonista di un film Pif può tranquillamente fare il regista. Per chi non lo sapesse Pierfrancesco Diliberto in arte Pif è un personaggio televisivo, prima inviato della trasmissione di Italia 1 "Le iene", ora conduttore di un suo programma su Mtv intitolato "Il testimone", ciò che non tutti sanno e che io stesso ignoravo fino a quel momento è che Pif non era del tutto estraneo al mondo cinematografico, egli infatti è stato aiuto regista di Marco Tullio Giordana nel noto lungometraggio "I cento passi", film che tratta la storia di Peppino Impastato. Contrariamente alle aspettative la visone del trailer "La mafia uccide solo d'estate" mi incuriosì e complici i tanti pareri positivi letti in vari blog e alcune circostanze, decisi di andare in sala a vederlo, non sapendo se aspettarmi come istinto suggeriva qualcosa di deludente o se abbandonarmi alla speranza di vedere quel piccolo miracolo di cui avevo letto in qualche lido.


La trama è semplice: Arturo è un giovane ragazzo palermitano che vive nel capoluogo siciliano durante le guerre di mafia che in quegli anni insaguinarono la città, questi particolari avvenimenti influiranno sulla sua vita fino a condizionarne il quotidiano oltre che la sua formazione morale e professionale, insieme al piccolo Arturo, un personaggio costante della storia è Flora, la compagna di classe, della quale si invaghisce e ne coltiva il segreto amore pure in età adulta. Il film è diviso in due parti ben distinte, una in cui si narra di Arturo da giovane (interpretato da un buon Alex Bisconti) e una seconda in cui il protagonista cresciuto si trova alle prese con problemi di vita non più scolastica ma lavorativa (quì invece incarnati da un poco credibile Pif).


Parlando dei pregi del film possiamo citare una buona fotografia e una regia inaspettatamente gradevole, gli interpreti, senza particolari vette sono tutti ben inseriti nel proprio ruolo ad eccezione di Pif che mostra tutte le sue lacune attoriali, in qualche caso si nota la presenza di personaggi gratuito di cui si poteva fare a meno ma nulla che risulti fastidioso. Sfortunatamente, nonostante i pregi riscontrati, il risultato finale non è affatto riuscito e il motivo è principalmente uno: non ha saputo osare. Se si avesse avuto il coraggio di dare al film tratti più autoriali e meno "televisivi", potremmo sì parlare di un buon film, e invece diverse scelte sempliciste affosano l'opera, una su tutte la voce fuori campo di Pif che spiega in modo didascalico e petulante gli avvenimenti che si susseguono, con toni che richiamano il peggior cinema popolare, atto a invogliarsi un pubblico pigro poco attento all'aspetto artistico dell'opera. Partendo dal presupposto che è giusto spiegare certi passaggi visto che il film deve essere comprensibile anche a chi non è a conoscenza degli avvenimenti storici, lo si dovrebbe fare con una soluzione più raffinata  e non con scelte così semplicistiche. Sempre per il poco coraggio accade che la storia sentimentale del protagonista sovrasti il racconto storico, lasciando così il tema importante come sfondo e quello velleitario diventa così il fulcro della vicenda, perdendo così il suo potere di denuncia.


Non manca qualche momento riuscito, anzi le caratterizzazioni dei mafiosi tratteggiati con toni ridicoli e infantili ma con intatta la loro sgradevolezza, sono attimi di comicità davvero interessante, peccato che questi episodi siano centellinati, si fosse puntato di più sullo scherno alla malavita organizzata si sarebbe raggiunto il risultato di trattare un tema importante con toni leggeri, lasciando integro il messaggio sociale. In conclusione, seppur viva qualche momento piacevole, il risultato sembra un grande "potrei ma non voglio" e questo rende ancora più amara la visione di quella che con le giuste direttive sarebbe stata una commedia notevole.


p.s. Non mi pronuncio sull'uso della computer grafica ad inizio film solo perchè sarebbe come sparare sulla croce rossa.



Axel Spinelli

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